Lo stile Western ha vissuto momenti di grande gloria e di oblio, evoluzioni e contaminazioni, per restare però sempre fedele a se stesso. Alcuni suoi elementi sono e rimangono culto, al di là delle mode e delle stagioni. Le frange, i poncho, gli stivali in pelle e il denim ritornano periodicamente sulle passerelle di tutto il mondo.
Il Western Style nasce come tale intorno agli anni Trenta del Novecento, per svilupparsi e diffondersi a macchia d’olio fino agli anni Settanta. A dare un grande contributo alla sua diffusione saranno soprattutto il cinema hollywoodiano e la sua iconografia. Basti pensare al successo del film “Ombre Rosse” 1939) di John Ford. La pellicola rese John Wayne una icona del West americano, celebre in tutto il mondo. La febbre per la conquista della frontiera sale e nelle sale cinematografiche di tutto il mondo iniziano ad uscire film come “I magnifici sette” (1960) di John Sturges, “Il buono, il brutto e il cattivo” di Sergio Leone e “Butch Cassidy” (1969) di George Roy Hill, premiato con l’Oscar. Clint Eastwood, nel suo poncho sdrucito, con la mano sulla pistola e con la sua aria da duro diventa un mito. Il western diventa pop, entra nel linguaggio visivo e nelle espressioni della vita quotidiana di mezzo mondo. Escono fumetti ispirati alle avventure dei cowboys, i cartoni animati pescano a piene mani da quell’immaginario, proponendo un universo narrativo di deserti, sceriffi, nativi americani, rocce e saloon.
Anche la musica risentirà un’influenza diretta di questo stile e contribuirà molto alla sua diffusione. L’affermarsi del western passa di fatto per la conquista della vetta alle classifiche pop da parte di tanti artisti che moltissimo debbono al country e alla sua estetica. Negli anni Cinquanta autori come Elvis Presley e Johnny Cash si richiamano continuamente al mondo del West, mondo che diventa parte integrante del mito americano e della sua estetica. Sulla stessa scia splenderanno grandi stelle della musica statunitense come Dolly Parton.
Ovviamente il pensiero non può non andare anche ai giocatori di poker Texas Hold’em, uno dei giochi più iconici e popolari al mondo, anche dal punto di vista estetico. I cappelli da cowboy nei primi anni Sessanta diventano una costante al tavolo verde, tanto da essere indossati anche a Las Vegas. Negli anni sono stati sostituiti da copricapi più sportivi e da cappucci, ma questa moda non tramonterà mai del tutto, diventando un classico dell’abbigliamento da poker.
Anche molti musicisti hard-rock degli anni Settanta, per quanto riguarda il loro look, si ispireranno apertamente a questo immaginario. Negli anni Ottanta questo stile verrà messo da parte, vivendo una fase d’oblio, venendo relegato quasi unicamente al kitsch. Rivedremo la passione per il West tornare in pompa magna negli anni Novanta e nei primi anni Duemila. Nel 2000 esce il singolo “Don’t Tell Me” di Madonna, con un video che è tutto un tributo allo stile country western. Kate Moss si farà fotografare molto spesso con i texani ai piedi. Anche Johnny Depp si richiamerà spesso a questo universo, soprattutto dopo aver recitato in Dead Man, geniale western psichedelico di Jim Jarmusch. Anche il cinema nei primi anni Duemila, infatti, torna ad attingere ispirazione nella frontiera. È il caso di “Il Grinta” (2010) di Henry Hathaway o del tarantiniano “Django Unchained” (2012).
Il mondo della moda risentirà profondamente, rielaborando continuamente gli elementi del selvaggio West. Si parte dai texan boot, gli stivali dei cowboys che le donne texane indossarono nel lontano 1923 per festeggiare l’anniversario della fondazione della cittadina di Fort Worth. Anni dopo, nel 1954, l’attrice americana Dale Evans ne farà praticamente un’icona, facendoli diventare una calzatura di culto. Li ritroviamo ovunque, anche ai piedi di Gigi Hadid, che per Vogue Cecoslovacchia si veste da rodeo girl. Troviamo giacche scamosciate indossate, cappelli a falde larghe, cinture alte, pantaloni a zampa di elefante o jeans a sigaretta. Trionfano materiali come la pelle e il cuoio, specie se lavorati e borchiati. Compaiono colletti a punti, orli ricamati, persino fantasie ispirate al mondo dei nativi americani. Tutti questi elementi vengono continuamente rielaborati, ma non perdono mai fedeltà a loro stessi e al loro mito.